ELETTROLINEE srl
DICONO DI NOI

 


3 Giugno 2007


Museo della carta tra lacrime e pioggia
Due anni per realizzare il più grande polo espositivo italiano sulla filiera della stampa

di Simone Bottura

TOSCOLANO - La Valle delle Cartiere è tornata a vivere.
L'area che per secoli è stata un singolarissimo microcosmo produttivo dedito all'arte di fabbricare carta, abbandonata alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, ieri è tornata a essere un luogo vivo e vitale, come deve essere un territorio che incarna profondamente l'identità collettiva di un paese come Toscolano, che dalla seconda metà del Trecento fonda buona parte della propria economia sull'industria cartaria.
L'inaugurazione del polo museale realizzato dall'Amministrazione comunale nel vecchio opificio di Maina Inferiore è l'ultimo passo di un progetto che parte da lontano: dal primo programma di recupero promosso a inizio anni Novanta dalla Comunità montana Parco Alto Garda, fino alla cessione, nel 1993, dell'area al Comune da parte della famiglia Marchi.
La svolta, poi, è giunta con l'Amministrazione guidata da Paolo Elena, che negli ultimi anni ha aggiornato e progressivamente attuato il programma di recupero (spendendo in valle, senza contare la realizzazione del nuovo museo, 3,8 milioni di euro): dal restauro della casa Luseti alla messa in sicurezza dei fronti rocciosi; dagli scavi archeologici eseguiti in località Gatto, Maina Superiore e Maina di Mezzo al ripristino della passerella di Luseti; dal sostegno ai lavoratori anziani per l'allestimento del primo nucleo del museo della carta alla realizzazione del cavidotto e della cabina elettrica (eseguiti a tempo di record dalla ditta Elettrolinee), fino all'apertura del nuovo museo, anch'esso realizzato in tempi rapidissimi.
I lavori, realizzati dall'Unione Europea, erano iniziati il 6 giugno del 2005. In meno di due anni il disastrato complesso di Maina Inferiore, più di 14mila metri cubi di volumetrie distribuite in 5 corpi di fabbrica, per una superficie calpestabile di 2.900 metri quadrati, è stato trasformato nel più grande museo d'Italia dedicato alla filiera carta-stampa. Quella di ieri è stata un'inaugurazione bagnata: dalla pioggia, ma anche dalle lacrime del sindaco Elena, comprensibilmente commosso nel vedere realizzato un sogno accarezzato da sempre a Toscolano. "E' stato attivato un volano - ha detto il sindaco - che non può più essere fermato".
Il nuovo museo, con allestimento ideato e curato dal prof. Carlo Simoni, potrà dare nuova linfa all'economia locale.
Nelle aree espositive sono state posizionate antiche macchine ristrutturate, fedeli riproduzioni, documenti di alto valore storico. Non mancano gli spazi per gli workshop divulgativi, i convegni, la sala video da 47 posti, la sala convegni da 90 posti, i locali per il ristoro e l'intrattenimento dei bambini.
Sarà insomma una vera e propria "cittadella della carta".
Per realizzarlo gli operai dell'impresa Edil Atellana, e delle altre 14 ditte che hanno operato nel cantiere, hanno lavorato 665 giorni, per un totale di 95,760 ore, tirando 17 chilometri di cavi elettrici, posizionando 30 km di tubi e 450 corpi illuminanti.
Ricordiamo infine che anche oggi il museo sarà aperto e visitabile gratuitamente.