ELETTROLINEE srl
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12 Marzo 2004


Un metro di coltre bianca nel fondovalle e nei centri più isolati: molte le richieste di soccorso
Valsabbia bloccata, fiocca la polemica
Statale impraticabile, saltano corrente e riscaldamento, chiuse scuole e aziende

di Ubaldo Vallini

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Più di un metro di coltre bianca, bella farinosa sopra gli ottocento metri, fradicia sotto i 400. In Vallesabbia è caduta neve ininterrottamente per quasi due giorni. Neve di marzo, di quella che, quando smette, in un attimo diventa acqua. Smettesse però. Così i problemi non sono mancati. Per tutti: a cominciare da chi aveva bisogno di utilizzare l'automobile, per finire con la mancanza di energia elettrica a «macchia di leopardo». Le squadre della manutenzione strade hanno riversato sull'asfalto tonnellate di sabbia e sale, su quelle principali almeno. Gli spalaneve hanno percorso in lungo e in largo la rete viaria valsabbina, ma tutto si fermato lo stesso, fin dal primo mattino. Un'emergenza che ha coinvolto Carabinieri, Polizia stradale, provinciale e locale, Guardie forestali e Vigili del fuoco, squadre della Protezione civile. Bloccata la Sp 4 a Carpeneda di Vobarno a causa di alcuni camion che si sono messi di traverso, slittando senza catene su uno strato di ghiaccio misto a ghiaia che neppure le pale d'acciaio degli spazzaneve riuscivano a scalfire. Sepolto sotto la neve e infine chiuso al traffico il Passo del Cavallo. Transito consentito solo con catene montate sul Colle di Sant'Eusebio. Impraticabili quasi tutte le arterie minori sepolte dalla neve, ma anche a causa di centinaia di alberi che hanno ceduto di schianto. E se la viabilità è andata in tilt, molto spesso a causa di mezzi pesanti senza catene che si sono messi di traverso, impedendo il transito anche ad ambulanze e mezzi di soccorso, il vero dramma per molti è cominciato con la mancanza di energia elettrica, che serve anche per il riscaldamento e per le aziende, inevitabilmente chiuse con gli operai in ferie forzate almeno fino a questa mattina (forza lavoro subito utilizzata con la pala). A causare problemi alla rete elettrica i sovraccarichi di tensione, ma anche e soprattutto fili spezzati un po' ovunque, spesso difficili o impossibili da raggiungere, tanto che le squadre di operai della Elettrolinee sono dovuti salire in Valsabbia scortati dalle pattuglie della Stradale e per la notte non in tutti i centri e le frazioni era stato ripristinato il servizio. Dal disagio all'incubo: ieri sera nevicava ancora forte ed il timore era che, sotto il peso della neve che in più punti superava abbondantemente il metro, cominciassero a cedere i tetti delle case. Una Valle Sabbia bianca mai vista così dai bambini, gli unici a trovarla divertente, con le scuole raggiunte solo da pochi e a piedi, quasi senza insegnanti, specie nei centri abitati più lontani dal fondovalle dove sono fioccate le ordinanze di chiusura anche per oggi. A causa delle piante cadute sulla strada, della neve o della fanghiglia impraticabile, grosse difficoltà ad Agnosine, a Bione dove l'energia elettrica è mancata fin dal primo mattino. Così nel Savallese, su per le Pertiche e a Treviso Bresciano, a Lavenone per quanto riguarda il collegamento con Presegno. Oltre Bagolino sono autorizzati a transitare solo i residenti, fino in Valle Dorizzo, poi niente: in venti sono isolati al Gaver. Segnali di forti disagi ovunque: per uscire di casa, anche e soprattutto per superare il muro di neve accumulato dagli spazzaneve, in molti hanno dovuto spalare per ore. Non tutti ne avevano la forza e, soprattutto gli anziani se ne sono rimasti tappati in casa, senza energia elettrica e quindi senza riscaldamento. Peggio ancora per le case isolate in alcuni casi non raggiungibili nemmeno col telefono. Qualcuno ha inforcato gli sci con le pelli di foca, o le ciaspole, per raggiungere i casolari dove gli animali attendevano cibo e acqua, o per verificare le condizioni di salute di qualche irriducibile nonnino che non aveva modo di farsi sentire. Segnalazioni di forti disagi e di mancata risposta ad impellenti esigenze arrivano da più parti, sembra che la macchina dell'emergenza abbia fatto cilecca. D'altronde risale al gennaio di quasi vent'anni fa l'ultima massiccia nevicata a bassa quota: allora il disagio maggiore fu quello di trovare spazio per ammucchiare la neve ed era ancora considerato accettabile che d'inverno fioccasse e che ciò creasse disagi. Per oggi è previsto il sole, speriamo che sciolga sia neve che polemiche. Vedremo.